Evoluzione delle tecniche mini-invasive e dei risultati chirurgici dell’ALPPS in Italia: un’analisi delle tendenze nell’arco di 10 anni da un registro prospettico nazionale

Lo studio ha mostrato che l’uso dell’ALPPS è rimasto stabile nel corso degli anni, anche se con l’introduzione di diverse modifiche della tecnica originale.
Tra queste, era evidente un maggiore utilizzo di tecniche mini-invasive, portando ad un miglioramento della mortalità a 90 giorni dall’intervento.
L’insufficienza epatica postoperatoria rimane ancora una questione aperta per l’applicazione dell’ALPPS e l’uso della scintigrafia epatobiliare fra i vari stadi è sempre consigliatissimo oltre che eseguire l’ALPPS solo in centri esperti, ad alto volume.
Nasce la chirurgia resettiva R1Vasc

Viene ideato il “tunnel nel fegato”

Primo intervento di ALPPS

Pierre Clavien descrive come eseguire in sicurezza la chirurgia epatica ed il trapianto di fegato

La “hanging maneuver” per la realizzazione dell’epatectomia destra

Il chirurgo francese Jacques Belghiti, al Beaujon Hospital, University Paris 7, Parigi, Francia, pubblica la descrizione della “Hanging Maneuver” (o manovra di sospensione, per quanto anche in italiano venga usato il termine in lingua inglese) per la realizzazione dell’epatectomia destra.
La tecnica prevede il passaggio di un nastro elastico o di una fettuccia nello spazio fra vena cava inferiore retroepatica e faccia posteriore del fegato. Il nastro esce superiormente nello spazio fra vena sovraepatica destra e vena sovraepatica mediana e inferiormente dietro al lobo caudato di destra.
La “Hanging Maneuver” dovrebbe dare questi vantaggi:
1) offre la direzione migliore e più breve del piano di sezione dalla superficie anteriore del fegato fino alla superficie anteriore della vena cava inferiore;
2) la trazione superiore solleva il fegato e consente una migliore esposizione, migliore emostasi della superficie di transezione e protegge la vena cava;
3) applicando la trazione sul nastro a sinistra si apre il piano di transezione, permettendo di seguire il tronco della vena sovraepatica media in sicurezza.
Esclusione vascolare del fegato con preservazione del flusso cavale nelle resezioni epatiche

Daniel Cherqui, all’ Hôpital Henri Mondor–Université Paris XII, Créteil, Francia, descrive la tecnica di esclusione vascolare del fegato con preservazione del flusso cavale durante l’esecuzione delle resezioni epatiche.
La tecnica prevede il completo isolamento dell’intera vena cava inferiore retroepatica dalla faccia posteriore del fegato.
L’esclusione vascolare viene ottenuta con il clampaggio contemporaneo del peduncolo epatico e delle vene sovraepatiche prima del loro ingresso nella vena cava inferiore.
Cherqui ne descrive l’applicazione in 40 interventi chirurgici di cui 16 eseguiti in pazienti con un’epatopatia cronica. Nessun paziente di questa serie ha richiesto la somministrazione di trasfusioni di sangue durante la resezione epatica.
Il peritoneo viene usato per riparare difetti nelle strutture vascolari del fegato durante una resezione epatica
Il gruppo del Royal Prince Alfred Hospital, a Annerley, in Australia, propone l’uso del peritoneo parietale per sostituire o riparare difetti di parete dei vasi infiltrati dal tumore durante le resezioni epatiche.
Primo studio randomizzato sui drenaggi addominali in chirurgia epatica

Il chirurgo francese Jacques Belghiti, al Beaujon Hospital, University Paris 7, Parigi, Francia, pubblica i risultati del primo studio randomizzato sull’uso dei drenaggi addominali in chirurgia epatica.
Lo studio ha coinvolto 81 pazienti che hanno eseguito una resezione epatica in elezione.
I risultati dello studio hanno dimostrato che più sicuro per i pazienti eseguire resezioni epatiche “minori” senza che venga posizionato un drenaggio addominale. Le resezioni epatiche “maggiori” possono essere eseguite con o senza il posizionamento di drenaggi.
Makuuchi definisce i criteri per eseguire in sicurezza le resezioni epatiche

Il chirurgo giapponese Masatoshi Makuuchi pubblica i criteri per eseguire con sicurezza le resezioni epatiche per quanto riguarda in particolare la funzionalità epatica.
I criteri includono la clearance del verde indocianina (ICG clearance) e prendono subito il nome di “Makuuchi criteria”.
Questa valutazione è ampiamente impiegata in Giappone ed in altri paesi asiatici.