Terapia chirurgica del Tumore del Pancreas

Chirurgia del Tumore del Pancreas

La chirurgia del pancreas si è ormai affermata come l’unica terapia potenzialmente curativa per l’adenocarcinoma pancreatico.

La sopravvivenza dopo un intervento oncologicamente radicale resta però limitata al 30-40% dopo 3 anni dall’operazione e fra il 20 ed il 30% dopo 5 anni. Ad oggi non vi sono strumenti che abbiano migliorato in maniera sostanziale questi risultati.

In questa presentazione vengono affrontati gli argomenti più dibattuti sull’argomento.

Il primo è legato alla gestione pre-operatoria dei pazienti. Vi sono ormai definite evidenze scientifiche che riportano come il posizionamento di drenaggi della via biliare portino inevitabilmente ad un aumento delle complicanze infettiva post-operatorie. Per questo motivo, se possibile, è oggi preferibile eseguire resezioni del pancreas anche in presenza di ittero.
Il secondo argomento riguarda il ruolo della terapia neo-adiuvante. Vi sono crescenti dati che indicano un miglioramento dei risultati nei pazienti che hanno eseguito questa terapia, anche se il numero dei pazienti che non giunge poi all’operazione chirurgica resta consistente.

Infine, la presentazione parla della centralizzazione degli interventi di chirurgia pancreatica, con un deciso miglioramento dei risultati per i pazienti che vengono operati in centri ad alto volume.

La “teoria del rimpianto” influisce sulla scelta tra terapia neoadiuvante e chirurgia per il carcinoma pancreatico potenzialmente resecabile

Teoria del rimpianto per l'adenocarcinoma del pancreas

Lo studio lo dimostra che medici differenti che lavorano in diversi ospedali probabilmente faranno scelte simili nel trattamento di pazienti con adenocarcinoma del pancreas con caratteristiche ad alto rischio, ma possono decidere diversamente sullo stesso paziente che presenta un rischio biologico intermedio o basso.
Questo è particolarmente vero nei chirurghi che lavorano in ospedali a basso/medio volume, che sono più inclini a optare per eseguire subito l’intervento chirurgico di resezione pancreatica.
Date queste differenze, sarebbe preferibile prendere decisioni in team multidisciplinari che lavorano, preferibilmente, in ospedali ad alto volume per garantire di poter raggiungere decisioni che possano rappresentare l’esplicazione di varie preferenze.

Evoluzione in Italia della pancreasectomia con resezione venosa in blocco per cancro del pancreas. Studio di coorte retrospettivo su 425 casi in 10 unità di riferimento pancreatiche

Resezione pancreas

Lo studio mostra che la resezione pancreatica combinata con la resezione venosa per il trattamento del cancro al pancreas si è evoluta in Italia negli ultimi 25 anni. La gestione preoperatoria è cambiata, con un uso più frequente della terapia neoadiuvante e del drenaggio biliare preoperatorio. Il tasso di resezioni radicali e il numero di linfonodi asportati è aumentato, in linea con i progressi delle tecniche chirurgiche. La sopravvivenza mediana è gradualmente aumentata dai 6 mesi dell’inizio dell’esperienza, ai 35 mesi dell’ultimo periodo. Il periodo di esecuzione dell’intervento, il coinvolgimento linfonodale e l’invasione venosa istologica sono fattori prognostici significativi all’analisi multivariata. I nostri risultati sono incoraggianti e mettono in evidenza l’evoluzione della pancreasectomia combinata con la resezione venosa in Italia. L’aumento della gestione multidisciplinare e l’esperienza dei centri di riferimento possono portare in questo contesto a un ulteriore miglioramento della sopravvivenza.

Pancreatectomia con resezione della vena mesenterica e della porta per tumore del pancreas borderline resecabile

Resezione del pancreas con resezione venosa

Questo studio dimostra che l’invasione venosa alla TC preoperatoria è correlata all’invasione venosa patologica all’analisi multivariata. Il drenaggio biliare preoperatorio e le complicanze postoperatorie sono significativamente correlate. I risultati in termini di sopravvivenza sono incoraggianti, con una sopravvivenza a 5 anni del 24,4% e una sopravvivenza mediana di 24 mesi. La mortalità e la morbilità sono simili a quelle osservate dopo pancreasectomia standard. Lo studio dimostra anche il ruolo dell’invasione venosa patologica come fattore prognostico rilevante, con sopravvivenza a 5 anni e mediana del 33,7% e 31,7 mesi nei pazienti senza invasione venosa patologica, significativamente superiori a quelli dei pazienti senza invasione venosa patologica (20 % a 5 anni e mediana di 15,5 mesi). Altri fattori prognostici rilevati sono stati l’occlusione venosa alla TC preoperatoria, il coinvolgimento linfonodale, il numero di linfonodi metastatici e l’uso di terapie adiuvanti. I nostri dati confermano la fattibilità e l’efficacia della pancreasectomia con resezione venosa combinata e identificano fattori predittivi di invasione venosa e fattori prognostici, che possono aiutare nella selezione dei pazienti per diversi protocolli di trattamento. In futuro dovrebbe essere chiarito il ruolo delle terapie neoadiuvanti.

Un modello di proliferazione murino bioluminescente per evidenziare gli stadi precoci del cancro del pancreas: uno strumento adatto per gli studi preclinici

Topi bioluminescenti per studiare il tumore al pancreas

Descriviamo lo sviluppo e la caratterizzazione dei topi MITO-Luc-KC- e -KPC. In questi topi abbiamo l’opportunità di seguire l’evoluzione dell’adenocarcinoma pancreatico nell’animale vivente con un processo temporale. Inoltre, mettendo in relazione i dati BLI e istopatologici in vivo ed ex vivo, forniamo la prova che questi topi potrebbero rappresentare uno strumento adatto per studi preclinici sul cancro del pancreas. I nostri dati suggeriscono anche che eventi di proliferazione aberranti si verificano all’inizio della carcinogenesi pancreatica, prima della comparsa del tumore.

Un modello di collaborazione tra ospedali ad alto e a basso volume per migliorare i risultati della Chirurgia EpatoBiliare e Pancreatica

HBP Surgery

Il nostro modello di collaborazione fra centri ad alto ed a basso volume nella chirurgia epatobiliare e pancreatica ha contribuito a migliorare i risultati postoperatori presso il centro a basso volume. Al termine dell’esperienza, i risultati presso l’ospedale a basso volume erano comparabili con quelli dei centri ad alto volume, sebbene siano stati necessari 2 anni di collaborazione per raggiungere questo obiettivo nella chirurgia pancreatica.