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Studi pubblicati sulle Resezioni epatiche
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Un modello di collaborazione tra ospedali ad alto e a basso volume per migliorare i risultati della Chirurgia EpatoBiliare e Pancreatica
Il nostro modello di collaborazione fra centri ad alto ed a basso volume nella chirurgia epatobiliare e pancreatica ha contribuito a migliorare i risultati postoperatori presso il centro a basso volume. Al termine dell’esperienza, i risultati presso l’ospedale a basso volume erano comparabili con quelli dei centri ad alto volume, sebbene siano stati necessari 2 anni di collaborazione per raggiungere questo obiettivo nella chirurgia pancreatica.

Il miglioramento dei risultati delle resezioni epatiche eseguite per epatocarcinoma su cirrosi
Il lavoro esce in un periodo durante il quale la resezione epatica sembrava essere relegata ad un ruolo marginale nel trattamento dell’epatocarcinoma insorto nei pazienti cirrotici.
L’ablazione percutanea con alcool e il trapianto apparivano come gli unici trattamenti proponibili per questi pazienti.
In realtà i risultati ottenuti all’Università di Bologna hanno dimostrato che la resezione epatica resta estremamente efficace nel trattamento dell’epatocarcinoma. Il lavoro riporta gli standard di efficacia di questo intervento chirurgico.

Chirurgia Epatobiliare: una specialità indipendente o una branca della Chirurgia Digestiva?
La prima considerazione sul futuro della chirurgia epato bilio pancreatica come branca specialistica indipendente piuttosto che come sviluppo della chirurgia digestiva. Considerazioni tratte dal Prof. Giuseppe Gozzetti attraverso un’indagine condotta fra i principali esponenti della chirurgia epatobiliopancreatica Europei e Mondiali. Lavoro presentato in forma di Lettura Magistrale al congresso europeo IHPBA di Parigi nel 1994.

Resezioni epatiche per epatocarcinoma su cirrosi
Prima serie italiana di 31 pazienti operati di resezione epatica per un epatocarcinoma insorto nell’ambito di una cirrosi.
L’uso dell’ecografia intraoperatoria è stato determinante per completare la stadiazione della malattia durante l’intervento e per guidare il piano di resezione.
La mortalità operatoria fu il 12,%, che al tempo non era ritenuta alta.
La sopravvivenza dopo 3 anni dall’intervento dei pazienti stata del 58%.
- Ultimo aggiornamento della pagina: 05/02/2023
