Polipi della Colecisti

Adenomiomi della colecisti, polipi colesterolinici

Schema della gestione dei polipi della colecisti.

Riprodotto da: Foley, K.G., et al. Management and follow-up of gallbladder polyps: updated joint guidelines between the ESGAR, EAES, EFISDS and ESGE. Eur Radiol 32, 3358–3368 (2022). https://doi.org/10.1007/s00330-021-08384-w

I polipi della colecisti sono semplicemente delle rilevazioni della mucosa che riveste internamente la parete della colecisti.

La loro definizione migliore è tuttavia quella di “Lesioni Polipoidi della Colecisti”, termine che descrive meglio un eterogeneo gruppo di lesioni che possono essere evidenziate nella parete della colecisti.

Sono una situazione assai comune, essendo rilevabili in una percentuale di pazienti che varia dal 5,6% al 6,9% di quelli che si sottopongono ad un’ecografia dell’addome per un qualunque motivo clinico.

La grande maggioranza di queste formazioni sono del tutto benigne e sono rappresentate da polipi di colesterolo. Una piccola parte è rappresentata da adenomi o da papillomi della parete, che sono considerati veri e propri tumori benigni della parete della colecisti.

Esiste comunque una completa classificazione (fonte bibliografica) di queste lesioni che prevede la loro divisione in:

  • tumori epiteliali o adenomi (tubulari, papillari, misti);

  • tumori mesenchimali (emangiomi, lipomi, leiomiomi);

  • pseudotumori (polipi di colesterolo, polipi infiammatori, adenomiomi, iperplasia adenomatosa).

Queste lesioni possono essere diagnosticate facilmente con l’ecografia con una sensitività del 90.1% e una specificità del 93.%.

La maggior parte delle lesioni polipoidi della colecisti si forma a causa dei calcoli.

La colesterolosi che è alla base della formazione dei polipi nella parete della colecisti è caratterizzata dall’accumulo di trigliceridi in particolari cellule (i macrofagi) della parte di parete che si chiama lamina propria. Questo accumulo è quello che dà origine all’aspetto ecografico di piccoli polipi.

I polipi di colesterolo sono formati da queste cellule che contengono colestrerolo e che sono ricoperte da un singolo strato di cellule dell’epitelio.

Il motivo della loro formazione tuttavia è sconosciuto. Alcuni scienziati pensano che queste lesioni possano derivare da depositi diretti di colesterolo che proviene dal colesterolo presente nel sangue, altri ritengono che steroli liberi possano essere trasferiti dalla bile alla mucosa che costituisce la parete della colecisti e che lo sviluppo dei polipi possa essere associato con un’alterata sintesi epatica del colesterolo stesso.

Le lesioni polipoidi della colecisti possono non dare origine ad alcun sintomo ed essere scoperte incidentalmente durante ecografie eseguite per altri motivi clinici.

In altri più rari casi possono dare origini a processi infiammatori della colecisti (colicistite acuta) con l’insorgenza di dolore addominale, febbre anche elevata accompagnata spesso dal brivido e da ittero.

Alcuni pazienti possono soffrire di vere e proprie coliche biliari.

In altri casi la posizione del polipo all’interno del lume della colecisti può causare l’impedimento dello svuotamento della bile contenuta al suo interno.

In genere è l’ecografia a rappresentare il primo esame che rileva la presenza di un polipo all’interno della colecisti. L’esame viene eseguito generalmente per un qualunque motivo clinico e il rilievo del polipo è causale.

Un secondo motivo per l’esecuzione dell’ecografia è l’avere sofferto di una colica biliare o di una colecistite acuta e quindi l’ecografia viene richiesta dal medico per verificare lo stato della colecisti e la possibile presenza dei calcoli.

Generalmente i polipi sono rilevabili con l’ecografia quando il loro diametro è intorno ai 5 millimetri. Vengono generalmente descritti come “peduncolati” a causa della presenza di un vero e proprio piccolo peduncolo che li tiene attaccati alla parete.

I più comuni sono senz’altro i polipi di colesterolo. I polipi di colesterolo sono in genere di dimensioni inferiori al centimetro e all’ecografia appaiono come piccole masserelle peduncolate senza cono d’ombra posteriore (il cono d’ombra posteriore e’ invece un segno caratteristico dei calcoli della colecisti). La diagnosi di questi polipi è di formulazione assai facile con l’ecografia.

I polipi di colesterolo di diametro superiore ad 1 centimetro possono apparire senza echi al loro interno e questo può porre qualche problema nel differenziarli nei confronti dei piccoli tumori della colecisti. Questi ultimi sono del tutto poco comuni ma l’importanza che risiede nel loro riconoscimento è che possono essere asportati mediante un intervento chirurgico con lo scopo di guarire il paziente.

Le caratteristiche ecografiche che fanno distinguere un polipo della colecisti da un carcinoma della colecisti sono

  • il fatto di essere solitari,

  • il diametro superiore al centimetro,

  • l’aspetto “sessile”,

  • la bassa intensità di echi (sono ipoecogeni) e

  • presentano una crescita rapida.

La TC e l’ecografia endoscopica possono essere ulteriori strumenti diagnostici per cercare di chiarificare i casi dubbi o nei quali la formulazione di una diagnosi è più complessa.

Il trattamento delle lesioni polipoidi della colecisti non è definito in maniera assoluta da alcuna linea guida.

Se un paziente è portatore di sintomi o ha sofferto di una colica biliare o di una colecistite, allora ha l’indicazione per eseguire l’intervento chirurgico di asportazione della colecisti, che si chiama colecistectomia e dovrebbe essere eseguita per via laparoscopica.

Per i pazienti che non hanno sintomi il discorso è più complesso.

Le lesioni polipoidi della colecisti di diametro inferiore a 10 millimetri (1 centimetro) non sono lesioni maligne e non evolvono verso la malignità (fonte bibliografica). Tutte sono asintomatiche e tali rimangono per lunghi periodi. Non si tramutano in calcoli e nel 50% dei casi non variano di dimensioni per un periodo di 12 anni almeno.

I polipi di colesterolo della colecisti non richiedono, quindi, alcun trattamento, in considerazione del fatto che nel 95% dei casi non modificano mai le loro dimensioni.

È comunque buona norma ricordarsi di tenerli sotto controllo, eseguendo un’ecografia addominale ogni anno per verificarne le dimensioni.

Vi è tuttavia qualche preoccupazione sulla possibilità che queste lesioni polipoidi della colecisti possano perdere la caratteristica di benignità e si trasformino in malattie maligne. Questo in effetti può accadere, ma avviene solitamente per polipi che hanno un diametro superiore ad 1 centimetro (fonte bibliografica).

Gli adenomi ed i papillomi della parete della colecisti (per quanto difficile è la loro corretta identificazione) hanno un loro proprio potenziale di trasformazione in lesioni maligne.

I fattori di rischio per la presenza di un polipo dalle caratteristiche di malignità sono:

  • le dimensioni del polipo superiore ad 1 centimetro.

  • la ampia larghezza del peduncolo o la rapida tendenza alla crescita della lesione polipoide;

  • l’età del paziente superiore i 50 anni ed una lesione con peduncolo ampio;

  • la contemporanea presenza di calcoli all’interno della colecisti o la presenza di colecistiti;

  • peduncoli grandi o lunghi o polipi localizzati al collo della colecisti che possano impedirne lo svuotamento della bile e l’aver sofferto di coliche biliari;

  • lesioni polipoidi associate a irregolarità localizzate della parete della colecisti.

  • In pazienti che non presentano sintomi legati alla presenza del polipo, la colecistectomia può essere giustificata in ciascuno di questi casi.

In particolare, può essere giustificato eseguire l’intervento quando venga riscontrata la presenza di una lesione polipoide della colecisti di diametro superiore al centimetro.

L’alternativa all’esecuzione dell’intervento chirurgico è rappresentata da uno stretto monitoraggio del diametro di queste lesioni, con l’esecuzione di un’ecografia ogni tre mesi.

L’indicazione all’esecuzione della colecistectomia potrebbe allora essere posta solo nel caso di lesioni polipoidi a crescita rapida.

I calcoli della colecisti

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Linee Guida per la Diagnosi ed il Trattamento dei Polipi della Colecisti

2022

Kamaya A; Fung C; Szpakowski J; Fetzer D T; Walsh A J; Alimi Y; Bingham D B; Corwin M T; Dahiya N; Gabriel H; Park W G; Porembka M R; Rodgers S K; Tublin M E; Yuan X; Zhang Y; Middleton W D

Management of incidentally detected gallbladder polyps: Society of Radiologists in Ultrasound consensus conference recommendations Journal Article

In: Radiology, vol. 305, no. 2, pp. 277–289, 2022.

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Foley K G; Lahaye M J; Thoeni R F; Soltes M; Dewhurst C; Barbu S T; Vashist Y K; Rafaelsen S R; Arvanitakis M; Perinel J; Wiles R; Roberts S A

Management and follow-up of gallbladder polyps: updated joint guidelines between the ESGAR, EAES, EFISDS and ESGE Journal Article

In: European Radiology, vol. 32, no. 5, pp. 3358 – 3368, 2022, ISSN: 09387994, (Cited by: 7; All Open Access, Green Open Access, Hybrid Gold Open Access).

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2019

Patel K; Dajani K; Vickramarajah S; Huguet E

Five year experience of gallbladder polyp surveillance and cost effective analysis against new European consensus guidelines Journal Article

In: HPB, vol. 21, no. 5, pp. 636 – 642, 2019, ISSN: 1365182X, (Cited by: 8; All Open Access, Bronze Open Access).

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2017

Wiles R; Thoeni R F; Barbu S T; Vashist Y K; Rafaelsen S R; Dewhurst C; Arvanitakis M; Lahaye M; Soltes M; Perinel J; Roberts S A

Management and follow-up of gallbladder polyps: Joint guidelines between the European Society of Gastrointestinal and Abdominal Radiology (ESGAR), European Association for Endoscopic Surgery and other Interventional Techniques (EAES), International Society of Digestive Surgery – European Federation (EFISDS) and European Society of Gastrointestinal Endoscopy (ESGE) Journal Article

In: European Radiology, vol. 27, no. 9, pp. 3856 – 3866, 2017, ISSN: 09387994, (Cited by: 120; All Open Access, Green Open Access, Hybrid Gold Open Access).

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