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DCP
Duodenocefalopancreasectomia
Procedura di Whipple
Pancreatoduodenectomia
Che cosa è la DCP?
La DuodenoCefaloPancreasectomia (abbreviata in DCP) è il più comune intervento chirurgico eseguito sul pancreas.
Consiste nell’asportazione “in blocco” della parte del pancreas che si chiama “testa”, del duodeno che la circonda e della parte terminale della via biliare.
Per quali malattie viene fatto questo intervento?
L’indicazione principale per eseguire la duodenocefalopancreasectomia (DCP) è il tumore localizzato della testa del pancreas o anche di quella parte che si chiama ‘processo uncinato’. Viene eseguita anche per alcune forme di IPMN.
La DCP è eseguita anche nei pazienti che hanno un colangiocarcinoma della parte terminale della via biliare. Spesso questo due quadri clinici non sono distinguibili l’uno dall’altro.
I tumori della papilla di Vater, qualche tumore del duodeno e alcuni sporadici casi di metastasi al pancreas sono altri motivi per eseguire la duodenocefalopancreasectomia.
Infine in alcuni, più rari casi la DCP è eseguita per malattie benigne del pancreas, quale la pancreatite cronica.
La duodenocefalopancreasectomia è un intervento difficile?
Sì. la duodenocefalopancreasectioma è un intervento difficile da eseguire ed è uno dei più complessi nell’ambito dell’attività di chirurgia generale.
I motivi della difficoltà risiedono principalmente:
- nella sede anatomica dove è localizzata la ‘testa del pancreas’ (davanti alla vena mesenterica superiore e con stretto contatto con l’arteria mesenterica superiore);
- nel numero di procedure di ricostruzione che il chirurgo deve eseguire dopo avere asportato la parte di pancreas sede della malattia (si devono ricollegare il pancreas, la via biliare e lo stomaco all’intestino);
- nel trattamento delle possibili complicanze che molto spesso allungano la degenza in ospedale dopo l’operazione, in particolare il trattamento della fistola pancreatica.
Il rischio di sviluppo di una fistola pancreatica dopo l’intervento di duodenocefalopancreasectomia è stato valutato con alcuni sistemi a punti diversi:
- il Fistola ‘Risk Score’ (FRS): pubblicato nel 2013, è stato forse il sistema predittivo per la fistola più diffuso;
- il Fistola ‘Risk Score’ Alternativo che è stato aggiornato recentemente nel febbraio 2021 (ua-FRS);
- il Rischio di sviluppo di una fistola clinicamente rilevante, pubblicato dall’International Study Group of Pancreatic Surgery (ISGPS) nel marzo 2021 e che è basato sulla consistenza del pancreas e sul diametro del dotto principale (Dotto di Wirsung).
In quali reparti di chirurgia si fa la duodenocefalopancreasectomia?
Con studi scientifici ben documentati e già pubblicati, è stato ampliamente documentato che i risultati migliori per i pazienti operati di duodenocefalopancreasectomia sono ottenuti nei centri di Chirurgia Generale dove si fanno tanti interventi di chirurgia pancreatica (centri ad “alto volume”).
Per questo motivo, il paziente che deve essere operato al pancreas dovrebbe sempre farsi valutare presso un centro di Chirurgia Generale Epato-Bilio-Pancreatica o presso un centro di Chirurgia del Pancreas.
L’intervento è eseguito in anestesia generale e, ancora oggi, nella maggior parte dei casi con tecnica laparotomica (cioè “a pancia aperta”).
In pochi centri l’intervento è eseguito per via mini-invasiva (con la laparoscopia o con l’uso del robot chirurgico).
Perché la duodenocefalopancreasectomia si chiama anche Procedura di Whipple?
La duodenocefalopancreasectomia (DCP) è stata descritta per la prima volta nel 1898 dal chirurgo italiano Alessandro Codivilla, di Bologna.
La prima duodenocefalopancreasectomia per tumore dell’ampolla è stata invece eseguita per la prima volta dal chirurgo tedesco Walther Kausch nel 1909 e pubblicata da lui stesso nel 1912.
La duodenocefalopancreasectomia viene anche chiamata ‘Procedura di Whipple’ dopo che il chirurgo americano Allen Whipple nel 1935 ne ideò una versione migliorata e successivamente ne apportò altri miglioramenti tecnici.
Nel 1940 Whipple ridusse ulteriormente i passi tecnici dell’intervento; nella sua vita professionale ne eseguì alla fine 37.
- Ultimo aggiornamento della pagina: 10/12/2023
Linee Guida per la Chirurgia del Pancreas
2007
Wente M N; Veit J A; Bassi C; Dervenis C; Fingerhut A; Gouma D J; Izbicki J R; Neoptolemos J P; Padbury R T; Sarr M G; Yeo C J; Büchler M W
Postpancreatectomy hemorrhage (PPH)-An International Study Group of Pancreatic Surgery (ISGPS) definition Journal Article
In: Surgery, vol. 142, no 1, pp. 20 – 25, 2007, ISSN: 00396060, (Cited by: 1408).
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author = {Moritz N. Wente and Johannes A. Veit and Claudio Bassi and Christos Dervenis and Abe Fingerhut and Dirk J. Gouma and Jakob R. Izbicki and John P. Neoptolemos and Robert T. Padbury and Michael G. Sarr and Charles J. Yeo and Markus W. Büchler},
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journal = {Surgery},
volume = {142},
number = {1},
pages = {20 – 25},
abstract = {Background: Postoperative hemorrhage is one of the most severe complications after pancreatic surgery. Due to the lack of an internationally accepted, universal definition of postpancreatectomy hemorrhage (PPH), the incidences reported in the literature vary considerably, even in reports from randomized controlled trials. Because of these variations in the definition of what constitutes a PPH, the incidences of its occurrence are not comparable. Methods: The International Study Group of Pancreatic Surgery (ISGPS) developed an objective, generally applicable definition of PPH based on a literature review and consensus clinical experience. Results: Postpancreatectomy hemorrhage is defined by 3 parameters: onset, location, and severity. The onset is either early (≤24 hours after the end of the index operation) or late (>24 hours). The location is either intraluminal or extraluminal. The severity of bleeding may be either mild or severe. Three different grades of PPH (grades A, B, and C) are defined according to the time of onset, site of bleeding, severity, and clinical impact. Conclusions: An objective, universally accepted definition and clinical grading of PPH is important for the appropriate management and use of interventions in PPH. Such a definition also would allow comparisons of results from future clinical trials. Such standardized definitions are necessary to compare, in a nonpartisan manner, the outcomes of studies and the evaluation of novel operative treatment modalities in pancreatic surgery. © 2007 Mosby, Inc. All rights reserved.},
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}
2005
Bassi C; Dervenis C; Butturini G; Fingerhut A; Yeo C; Izbicki J; Neoptolemos J; Sarr M; Traverso W; Buchler M
Postoperative pancreatic fistula: An international study group (ISGPF) definition Journal Article
In: Surgery, vol. 138, no 1, pp. 8 – 13, 2005, ISSN: 00396060, (Cited by: 3516).
@article{Bassi20058,
title = {Postoperative pancreatic fistula: An international study group (ISGPF) definition},
author = {Claudio Bassi and Christos Dervenis and Giovanni Butturini and Abe Fingerhut and Charles Yeo and Jakob Izbicki and John Neoptolemos and Michael Sarr and William Traverso and Marcus Buchler},
url = {https://www.scopus.com/inward/record.uri?eid=2-s2.0-21644446129&doi=10.1016%2fj.surg.2005.05.001&partnerID=40&md5=a0a6e23d9cbe9e101b58bf5d37fadf9c},
doi = {10.1016/j.surg.2005.05.001},
issn = {00396060},
year = {2005},
date = {2005-01-01},
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journal = {Surgery},
volume = {138},
number = {1},
pages = {8 – 13},
publisher = {Mosby Inc.},
abstract = {Background. Postoperative pancreatic fistula (POPF) is still regarded as a major complication. The incidence of POPF varies greatly in different reports, depending on the definition applied at each surgical center. Our aim was to agree upon an objective and internationally accepted definition to allow comparison of different surgical experiences. Methods. An international panel of pancreatic surgeons, working in well-known, high-volume centers, reviewed the literature on the topic and worked together to develop a simple, objective, reliable, and easy-to-apply definition of POPF, graded primarily on clinical impact. Results. A POPF represents a failure of healing/sealing of a pancreatic-enteric anastomosis or a parenchymal leak not directly related to an anastomosis. An all-inclusive definition is a drain output of any measurable volume of fluid on or after postoperative day 3 with an amylase content greater than 3 times the serum amylase activity. Three different grades of POPF (grades A, B, C) are defined according to the clinical impact on the patient's hospital course. Conclusions. The present definition and clinical grading of POPF should allow realistic comparisons of surgical experiences in the future when new techniques, new operations, or new pharmacologic agents that may impact surgical treatment of pancreatic disorders are addressed. © 2005 Mosby, Inc. All rights reserved.},
note = {Cited by: 3516},
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pubstate = {published},
tppubtype = {article}
}
Linee Guida per i Protocolli ERAS nella Chirurgia Pancreatica
Spiacente nessuna pubblicazione corrispondente ai criteri di ricerca
