Nel 2012 il gruppo chirurgico dell’Università di Regensburg ha pubblicato l’esperienza acquisita con una nuova tecnica chirurgica.
L’ALPPS nasce dall’esigenza di aumentare il volume del fegato residuo (quello che deve rimanere nella pancia del paziente dopo l’esecuzione di interventi di resezione epatica maggiore) nei casi nei quali questa parte di fegato questo volume sia teoricamente insufficiente a garantire con sicurezza la sopravvivenza del paziente.
La metodica convenzionale per aumentare il volume del fegato residuo è l’embolizzazione della vena porta. Tale metodica comporta tuttavia un tempo di attesa di circa tre settimane fra la sua esecuzione e l’operazione chirurgica di resezione epatica.
Durante un intervento chirurgico eseguito per un trauma fu necessario disconnettere la parte destra del fegato da quella sinistra e contemporaneamente legare il ramo destro della vena porta. Questi gesti combinati indussero un consistente aumento volumetrico del fegato sinistro documentato radiologicamente già solo dopo 9 giorni dalla prima procedura.
L’intuizione fu di replicare questa combinazione di gesti chirurgici in pazienti che sarebbero dovuti essere operati per tumori maligni con l’esecuzione di resezioni del fegato maggiori ma nei quali la parte di fegato che doveva rimanere era stata valutata come piccola alla valutazione preoperatoria.