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Colangiocarcinoma
Tumore delle vie biliari
Tumori delle vie biliari

La definizione dei tumori delle vie biliari in base alla loro localizzazione:
- iCCA: colangiocarcinoma intraepatico
- pCCA: colangiocarcinoma perilare
- dCCA: colangiocarcinoma distale
Cosa è il colangiocarcinoma, il tumore delle vie biliari?
Il colangiocarcinoma è un tumore maligno che nasce delle cellule che formano le vie biliari, ossia i canalicoli che portano la bile prodotta dal fegato all’intestino. Anche la colecisti fa parte delle vie biliari.
Sono malattie poco comuni, rientrando infatti fra i cosiddetti “tumori rari”.
A causa di questa relativa rarità, necessitano di studio e trattamento in ambienti specializzati.
Che problemi causa il colangiocarcinoma ? Quali sono i sintomi dei tumori delle vie biliari?
I sintomi provocati dal colangiocarcinoma dipendono in quale parte di queste biliari nasce il tumore.
Il colangiocarcinoma che nasce proprio all’interno del fegato viene definito “colangiocarcinoma intraepatico“.
Questi tumori non causano sintomi nelle loro forme iniziali, ma possono causarne quando raggiungono dimensioni notevoli, alla stessa maniera di quei tumori che nascono dalle altre cellule del fegato (gli epatociti), come gli epatocarcinomi.
Il tumore che nasce dalla via biliare extraepatica viene definito come “colangiocarcinoma parailare” (una volta chiamato Tumore di Klatskin in omaggio all’anatomo patologo che per primo li descrisse) se insorge nella parte denominata ilo biliare, cioè quella dove la via biliare di sinistra si unisce alla via biliare di destra per costituire il coledoco. Oppure come “colangiocarcinoma distale” quando insorge nella parte di via biliare più distale: quella che decorre all’interno della testa del pancreas.
Queste ultime due forme di colangiocarcinoma possono causare l’ostruzione al deflusso della bile dal fegato all’intestino, causando un quadro che viene definito “ittero meccanico”. Ciò si manifesta con:
- ittero (la colorazione giallastra della pelle e della parte bianca dell’occhio dovuta all’accumulo della bile nel sangue),
- feci acoliche (la colorazione biancastra, tipo creta, delle feci, dovuta all’assenza di bile nell’intestino),
- urine ipercromiche (la colorazione giallo-rossastra dell’urina, simile a quella del vino marsala, dovuta all’eliminazione di parte della bile con le urine),
- prurito (dovuto all’incremento dei livelli di sali biliari nel sangue),
- febbre, (causata da fenomeni di colangite scatenati dal fatto che la bile stagna all’interno della via biliare),
- altri sintomi aspecifici come affaticamento, malessere, astenia e calo ponderale compaiono di solito tardivamente.
Come si vede la presenza di un colangiocarcinoma? La diagnosi
Nei pazienti con tumore delle vie biliari gli esami del sangue rilevano l’aumento dei valori di “colestasi” (aumento della bilirubina totale e diretta, della gamma-GT e della fosfatasi alcalina). Anche le transaminasi possono essere aumentate.
Gli indici che rilevano la capacità di coagulare del sangue (fra i principali: l’attività protrombinica e il PTT) possono essere ridotti, a causa del mancato assorbimento della vitamina K, che nell’intestino avviene grazie alla presenza della bile.
Alcuni marcatori tumorali possono essere di qualche aiuto. Il CEA ed il CA 19-9 sono i più utilizzati, con una sensibilità che supera l’80%. Quando il CA 19-9 supera i 100 U/mL, la sensibilità è dell’89% e la specificità dell’86%.
L’ecografia addominale è il primo esame strumentale da effettuare; in questi pazienti rileva una iniziale dilatazione delle vie biliari all’interno del fegato, senza apparenti masse.
Quali sono i problemi specifici del colangiocarcinoma?
A seconda della sede d’origine, i tumori della via biliare sono classificati in 3 gruppi, con problemi molto diversi fra loro:
- Colangiocarcinomi intraepatici: presentano gli stessi problemi di trattamento degli epatocarcinomi e degli altri tumori maligni del fegato. Si curano con l’esecuzione di resezioni epatiche più o meno estese in base alla sede ed alle dimensioni del tumore.
- Colangiocarcinoma parailare: quello che nasce all’ilo del fegato, proprio all’uscita delle vie biliari dal fegato (una volta detti “tumori di Klatskin”). Rappresentano circa i 2/3 di tutti i tumori della via biliare. Il loro trattamento è assai complesso, a causa dell’ampia porzione di fegato che è necessario asportare per operarli: hanno infatti l’indicazione ad essere curati con epatectomie maggiori (destra o sinistra a seconda della localizzazione) allargate al lobo caudato ed alla via biliare extraepatica, con ricostruzione tramite anastomosi bilio-digestiva su ansa isolata alla Roux;
- Colangiocarcinoma distale: quello che nasce nel tratto di via biliare che passa in mezzo al pancreas. Comprendono quindi i tumori del coledoco distale, fino all’ingresso nel duodeno attraverso la papilla. Vengono trattati con interventi chirurgici di resezione pancreatica.
I tumori della colecisti, pur facendo parte dei tumori delle vie biliari, rappresentano un capitolo a parte.
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Quali interventi si fanno sul Fegato
I tumori del fegato sono sempre una malattia grave?
A Medicina33, su RAI2, il Prof. Gian Luca Grazi, Direttore della Chirurgia Epato Bilio Pancreatica dell’Istituto Nazionale Tumori “Regina Elena”, di Roma, spiega i limiti e le possibilità della chirurgia epatica nella cura dei tumori delle vie biliari.
Gian Luca Grazi, Direttore dell’ unità di chirurgia Epato-bilio-pancreatica dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE) e Vincenzo Cardinale, Professore Associato presso Gastroenterologia Università La Sapienza di Roma, spiegano un recente studio su un innovativo marcatore di cellule staminali tumorali nel colangiocarcinoma.
Info studio: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32978….
- Ultimo aggiornamento della pagina: 10/12/2023
Linee Guida per la Diagnosi ed il Trattamento del Colangiocarcinoma
2010
Alvaro D; Cannizzaro R; Labianca R; Valvo F; Farinati F
In: Digestive and Liver Disease, vol. 42, no 12, pp. 831 – 838, 2010, ISSN: 15908658, (Cited by: 27).
@article{Alvaro2010831,
title = {Cholangiocarcinoma: A position paper by the Italian Society of Gastroenterology (SIGE), the Italian Association of Hospital Gastroenterology (AIGO), the Italian Association of Medical Oncology (AIOM) and the Italian Association of Oncological Radiotherapy (AIRO)},
author = {Domenico Alvaro and Renato Cannizzaro and Roberto Labianca and Francesca Valvo and Fabio Farinati},
url = {https://www.scopus.com/inward/record.uri?eid=2-s2.0-78650294956&doi=10.1016%2fj.dld.2010.06.005&partnerID=40&md5=837ad49ee1fd51dc868f1705ceb04b20},
doi = {10.1016/j.dld.2010.06.005},
issn = {15908658},
year = {2010},
date = {2010-01-01},
urldate = {2010-01-01},
journal = {Digestive and Liver Disease},
volume = {42},
number = {12},
pages = {831 – 838},
abstract = {The incidence of Cholangiocellular carcinoma (CCA) is increasing, due to a sharp increase of the intra-hepatic form. Evidence-ascertained risk factors for CCA are primary sclerosing cholangitis, Opistorchis viverrini infection, Caroli disease, congenital choledocal cist, Vater ampulla adenoma, bile duct adenoma and intra-hepatic lithiasis. Obesity, diabetes, smoking, abnormal biliary-pancreatic junction, bilio-enteric surgery, and viral cirrhosis are emerging risk factors, but their role still needs to be validated. Patients with primary sclerosing cholangitis should undergo surveillance, even though a survival benefit has not been clearly demonstrated.CCA is most often diagnosed in an advanced stage, when therapeutic options are limited to palliation. Diagnosis of the tumor is often difficult and multiple imaging techniques should be used, particularly for staging.Surgery is the standard of care for resectable CCA, whilst liver transplantation should be considered only in experimental settings. Metal stenting is the standard of care in inoperable patients with an expected survival >4 months. Gemcitabine or platinum analogues are recommended in advanced CCA whilst there are no validated neo-adjuvant treatments or second-line chemotherapies. Even though promising results have been obtained in CCA with radiotherapy, further randomized controlled trials are needed. © 2010 Editrice Gastroenterologica Italiana S.r.l.},
note = {Cited by: 27},
keywords = {},
pubstate = {published},
tppubtype = {article}
}
