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Angioma al Fegato
Angioma fegato
Angioma epatico
Emangioma epatico
Emangioma cavernoso

Un esame TC che mostra la presenza di un grande angioma che occupa tutta la parte destra del fegato.
Cosa è un angioma al fegato?
L’angioma al fegato è il più comune tumore benigno epatico.
La prevalenza degli angiomi al fegato nella popolazione generale varia dall’1-2% al 20%; il rapporto femmine/maschi varia da 2:1 a 5:1.
La grande diffusione dell’ecografia addominale, avvenuta negli ultimi 40 anni, ne ha portato alla scoperta sempre più frequente. Infatti, l’angioma viene spesso rilevato come reperto occasionale durante indagini eseguite per altri motivi.
L’angioma è
- del tutto benigno,
- non degenera mai in neoplasia maligna e
- non rappresenta, generalmente, un’indicazione ad un intervento chirurgico.
Come viene un angioma al fegato?
Non vi sono fattori noti che causino la comparsa di un angioma al fegato.
La malattia può essere presente dalla nascita e non avere mai avuto nessuna occasione per essere rilevata.
Che sintomi causa?
Nella grande maggioranza di casi l’angioma del fegato non causa alcun sintomo.
Nel caso il paziente presenti comunque un qualche fastidio deve sempre essere indagata la presenza di altre malattie che possano causare i sintomi lamentati (in particolare deve essere ricercata la presenza di ulcere gastriche o duodenali per i disturbi dolorosi addominali e quella di malattie della colonna vertebrale nel caso i dolori vengano riferiti posteriormente).
Qualche angioma può però effettivamente causare sintomi: in particolare quelli di dimensioni più grandi e quelli situati nelle parti più periferiche del fegato. I sintomi causati possono essere assai vari e sfumati: senso di pesantezza addominale, tensione, dolore, disturbi digestivi.
Come è fatto un angioma al fegato?
L’angioma può essere singolo o multiplo. Le dimensioni possono variare da pochi millimetri a diversi centimetri, fino anche ad occupare gran parte del fegato. Quando il fegato è completamente disseminato di angiomi si può parlare di angiomatosi.
L’angioma è costituito da malformazioni vascolari che formano lacune dove il sangue stagna. Tale conformazione giustifica l’aspetto di questa lesione agli esami radiologici.
In alcuni casi, per la verità molto poco comuni, gli angiomi possono assumere anche altri aspetti radiologici, pur mantenendo le caratteristiche di benignità. Questi angiomi vengono chiamati “atipici” e rappresentano comunque un capitolo a parte nella gestione del paziente che ne è portatore.
Come si fa la diagnosi?
Nella maggior parte dei casi la presenza di un angioma epatico viene oggi rilevata casualmente durante un’ecografia eseguita per un qualunque motivo. La TAC e la risonanza magnetica vengono usate per una migliore definizione diagnostica.
- All’ecografia l’angioma ha un aspetto tipico. Appare come un nodulo od una massa iperecogena a margini netti nel contesto del parenchima epatico: questo aspetto è assai specifico. In pochi altri casi, e spesso quando l’angioma è di grandi dimensioni, l’aspetto può essere diverso, apparendo ipoecogeno o anche ad ecogenicità mista, con zone iperecogene alternate a zone ipoecogene.
Se l’ecografia mostra nel fegato una lesione di piccole-medie dimensioni con le caratteristiche tipiche dell’angioma, allora non è giustificato procedere con ulteriori indagine diagnostiche per verificarne la natura. Questi se il paziente non ha sofferto, nella sua storia clinica passata, di altre malattie importanti, in particolare tumorali. - La TC (tomografia assiale computerizzata) deve essere eseguita con il mezzo di contrasto. Proprio l’iniezione di mezzo di contrasto provoca il fenomeno tipico degli angiomi chiamato “contrast enhancement”: il contrasto viene assunto dall’angioma progressivamente dalla periferia al centro a causa delle presenza delle lacune.
- La risonanza magnetica (RM) ha assunto negli ultimi anni un ruolo sempre maggiore nella diagnosi dei tumori benigni del fegato. Nel caso degli angiomi le immagini ottenute nelle sequenze T2 sono assai caratteristiche: il sangue contenuto nelle lacune si comporta come acqua libera, dando esito a zone marcatamente iperintense.
- L’angiografia non viene sostanzialmente più eseguita nel percorso di diagnosi dell’angioma del fegato.
L’aspetto radiologico degli angiomi atipici viene discusso a parte.
Quale è la cura?
L’angioma epatico più comune (quello asintomatico, rilevato occasionalmente durante un ecografia addominale) non ha bisogno di alcuna terapia. Infatti gli angiomi tendono a essere lesioni
- stabili nel tempo,
- asintomatiche,
- con scarsa o nulla tendenza all’aumento di volume ed
- ancora più remota possibilità di rottura spontanea.
Quindi, l’unico provvedimento da intraprendere, in particolare nel caso di angiomi di dimensioni medio-piccole, è la sorveglianza periodica, con esami radiologici (ecografia) ripetuti annualmente o ad altri intervalli comunque regolari.
A questo proposito bisogna ricordare che un’importante revisione dei lavori scientifici apparsi nell’ultimo decennio non ha rilevato alcun beneficio a lungo termine per i pazienti che erano stati operati per la rimozione di un angioma dal fegato.
Solo in pochi casi gli angiomi necessitano oggi di terapia. Questi casi sono:
- la presenza di sintomi sicuramente causati dall’angioma
- l’accertata e documentata tendenza all’accrescimento volumetrico
- una particolare posizione o conformazione dell’angioma (ad. es.: lesioni peduncolate)
- la rarissima eventualità che l’angioma si rompa
- quando esiste un dubbio diagnostico.
La terapia degli angiomi che lo richiedano è chirurgica e consiste nell’asportazione. La rimozione di un angioma dal fegato può essere eseguita mediante
- l’enucleazione: l’angioma viene rimosso dal fegato seguendo la capsula fibrosa esterna che è a diretto contatto con il parenchima epatico. Questo intervento non comporta la rimozione di nessuna porzione di tessuto epatico sano;
- una resezione epatica: in altri casi, in particolare per quegli angiomi che arrivano ad occupare anche un intero emifegato, può risultare più agevole e sicuro per il paziente l’esecuzione di una vera e propria resezione epatica anatomica. L’estensione di questa resezione viene stabilita in base alla localizzazione dell’angioma nel fegato ed in base ai rapporti con le strutture vascolari epatiche.
L’esecuzione di tali interventi in centri specializzati nella chirurgia epatica è sicura, comportando un rischio operatorio del tutto minimo. In una grande percentuale di casi è possibile eseguire l’intervento senza ricorrere a trasfusioni di sangue. - Trapianto di fegato: in rarissimi casi l’angioma si può sviluppare sino a sostituire l’intero fegato e dare sintomi da insufficienza epatica. In questi casi non è più possibile asportare l’angioma con enucleazioni o resezioni, ma è necessario asportare l’intero organo. Si tratta di casi veramente eccezionali.
Quale dieta per gli angiomi al fegato?
Gli angiomi al fegato sono malformazioni vascolari. Non risentono quindi di nessun tipo di dieta particolare che ne possa impedire o fermare la crescita (per quei pochi angiomi che aumentano di volume).
Inoltre, non esiste nessuno studio scientifico pubblicato che abbia dimostrato che mangiare o evitare un qualche tipo di alimento abbia una qualche influenza sugli angiomi che possano essere presenti nel fegato di una persona.
L’unico consiglio che si può dare è quindi quello di seguire una dieta varia e senza eccessi, a meno che non si soffra di altre malattie che invece impongano di seguire indicazioni specifiche nella propria alimentazione.
Ci sono però anche gli "angiomi atipici" !
Quali interventi si possono fare sul fegato?
- Ultimo aggiornamento della pagina: 10/12/2023
Linee Guida per la Diagnosi ed il Trattamento dei Tumori Benigni del Fegato
2022
Pompili M; Ardito F; Brunetti E; Cabibbo G; Calliada F; Cillo U; de Sio I; Golfieri R; Grova M; Gruttadauria S; Guido M; Iavarone M; Manciulli T; Pagano D; Pettinari I; Santopaolo F; Soresi M; Colli A
In: Dig Liver Dis, 2022, ISSN: 1878-3562.
@article{pmid36089525,
title = {Benign liver lesions 2022: Guideline for clinical practice of Associazione Italiana Studio del Fegato (AISF), Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica (SIRM), Società Italiana di Chirurgia (SIC), Società Italiana di Ultrasonologia in Medicina e Biologia (SIUMB), Associazione Italiana di Chirurgia Epatobilio-Pancreatica (AICEP), Società Italiana Trapianti d'Organo (SITO), Società Italiana di Anatomia Patologica e Citologia Diagnostica (SIAPEC-IAP) - Part I - Cystic lesions},
author = {Maurizio Pompili and Francesco Ardito and Enrico Brunetti and Giuseppe Cabibbo and Fabrizio Calliada and Umberto Cillo and Ilario de Sio and Rita Golfieri and Mauro Grova and Salvatore Gruttadauria and Maria Guido and Massimo Iavarone and Tommaso Manciulli and Duilio Pagano and Irene Pettinari and Francesco Santopaolo and Maurizio Soresi and Agostino Colli},
doi = {10.1016/j.dld.2022.08.030},
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year = {2022},
date = {2022-09-01},
urldate = {2022-09-01},
journal = {Dig Liver Dis},
abstract = {Benign liver lesions are increasingly diagnosed in daily clinical practice due to the growing use of imaging techniques for the study of the abdomen in patients who have non-specific symptoms and do not have an increased risk of hepatic malignancy. They include simple or parasitic cysts and solid benign tumors which differ widely in terms of prevalence, clinical relevance, symptoms and natural history and often lead to significant clinical problems relating to diagnosis and clinical management. Following the need to have updated guidelines on the management of benign focal liver lesions, the Scientific Societies mainly involved in their management have promoted the drafting of a new dedicated document. This document was drawn up according to the present Italian rules and methodologies necessary to produce clinical, diagnostic, and therapeutic guidelines based on evidence. Here we present the first part of the guideline, concerning the characterization of focal hepatic lesions detected by ultrasound, and the diagnosis and clinical management of simple and parasitic hepatic cysts, and of polycystic liver disease.},
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Pompili M; Ardito F; Brunetti E; Cabibbo G; Calliada F; Cillo U; de Sio I; Golfieri R; Grova M; Gruttadauria S; Guido M; Iavarone M; Manciulli T; Pagano D; Pettinari I; Santopaolo F; Soresi M; Colli A
In: Dig Liver Dis, 2022, ISSN: 1878-3562.
@article{pmid36089523,
title = {Benign liver lesions 2022: Guideline for clinical practice of Associazione Italiana Studio del Fegato (AISF), Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica (SIRM), Società Italiana di Chirurgia (SIC), Società Italiana di Ultrasonologia in Medicina e Biologia (SIUMB), Associazione Italiana di Chirurgia Epatobilio-Pancreatica (AICEP), Società Italiana Trapianti d'Organo (SITO), Società Italiana di Anatomia Patologica e Citologia Diagnostica (SIAPEC-IAP) - Part II - Solid lesions},
author = {Maurizio Pompili and Francesco Ardito and Enrico Brunetti and Giuseppe Cabibbo and Fabrizio Calliada and Umberto Cillo and Ilario de Sio and Rita Golfieri and Mauro Grova and Salvatore Gruttadauria and Maria Guido and Massimo Iavarone and Tommaso Manciulli and Duilio Pagano and Irene Pettinari and Francesco Santopaolo and Maurizio Soresi and Agostino Colli},
doi = {10.1016/j.dld.2022.08.031},
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date = {2022-09-01},
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journal = {Dig Liver Dis},
abstract = {Benign liver lesions are increasingly diagnosed in daily clinical practice due to the growing use of imaging techniques for the study of the abdomen in patients who have non-specific symptoms and do not have an increased risk of hepatic malignancy. They include simple or parasitic hepatic cysts and solid benign tumors which differ widely in terms of prevalence, clinical relevance, symptoms and natural history and often lead to significant clinical problems relating to diagnosis and clinical management. Following the need to have updated guidelines on the management of benign focal liver lesions, the Scientific Societies mainly involved in their management have promoted the drafting of a new dedicated document. This document was drawn up according to the present Italian rules and methodologies necessary to produce clinical, diagnostic, and therapeutic guidelines based on evidence. Here we present the second part of the guideline, concerning the diagnosis and clinical management of hemangioma, focal nodular hyperplasia, and hepatocellular adenoma.},
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Pompili M; Cabibbo G; de Sio I; Grova M; Iavarone M; Santopaolo F; Calliada F; Golfieri R; Pettinari I; Gruttadauria S; Pagano D; Soresi M; Ardito F; Cillo U; Guido M; Brunetti E; Manciulli T; Colli A
2022, (Open Access).
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title = {Lesioni benigne epatiche 2022: linea guida per la pratica clinica dell’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (AISF), della Società Italiana di Radiologia Medica (SIRM), della Società Italiana di Chirurgia (SIC), della Società Italiana di Ultrasonologia in Medicina e Biologia (SIUMB), dell’Associazione Italiana di Chirurgia Epatobilio-Pancreatica (AICEP), della Società Italiana Trapianti d’Organo (SITO), della Società Italiana di Anatomia patologica e di Citologia Diagnostica (SIAPECIAP)},
author = {Maurizio Pompili and Giuseppe Cabibbo and Ilario de Sio and Mauro Grova and Massimo Iavarone and Francesco Santopaolo and Fabrizio Calliada and Rita Golfieri and Irene Pettinari and Salvatore Gruttadauria and Duilio Pagano and Maurizio Soresi and Francesco Ardito and Umberto Cillo and Maria Guido and Enrico Brunetti and Tommaso Manciulli and Agostino Colli},
editor = {SISTEMA NAZIONALE LINEE GUIDA DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ},
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date = {2022-08-11},
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Drenth J; Barten T; Hartog H; Nevens F; Taubert R; Balcells R T; Vilgrain V; Böttler T
EASL Clinical Practice Guidelines on the management of cystic liver diseases Journal Article
In: Journal of Hepatology, 2022, ISSN: 01688278, (Cited by: 0; All Open Access, Bronze Open Access).
@article{Drenth2022,
title = {EASL Clinical Practice Guidelines on the management of cystic liver diseases},
author = {Joost Drenth and Thijs Barten and Hermien Hartog and Frederik Nevens and Richard Taubert and Roser Torra Balcells and Valerie Vilgrain and Tobias Böttler},
url = {https://www.scopus.com/inward/record.uri?eid=2-s2.0-85136308707&doi=10.1016%2fj.jhep.2022.06.002&partnerID=40&md5=6512ea0a342bbc506bce2aae3db9d063},
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journal = {Journal of Hepatology},
publisher = {Elsevier B.V.},
abstract = {The advent of enhanced radiological imaging techniques has facilitated the diagnosis of cystic liver lesions. Concomitantly, the evidence base supporting the management of these diseases has matured over the last decades. As a result, comprehensive clinical guidance on the subject matter is warranted. These Clinical Practice Guidelines cover the diagnosis and management of hepatic cysts, mucinous cystic neoplasms of the liver, biliary hamartomas, polycystic liver disease, Caroli disease, Caroli syndrome, biliary hamartomas and peribiliary cysts. On the basis of in-depth review of the relevant literature we provide recommendations to navigate clinical dilemmas followed by supporting text. The recommendations are graded according to the Oxford Centre for Evidence-Based Medicine system and categorised as ‘weak’ or ‘strong’. We aim to provide the best available evidence to aid the clinical decision-making process in the management of patients with cystic liver disease. © 2022 European Association for the Study of the Liver},
note = {Cited by: 0; All Open Access, Bronze Open Access},
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Nault J; Paradis V; Ronot M; Zucman-Rossi J
Benign liver tumours: understanding molecular physiology to adapt clinical management Journal Article
In: Nature Reviews Gastroenterology and Hepatology, 2022, ISSN: 17595045, (Cited by: 0).
@article{Nault2022,
title = {Benign liver tumours: understanding molecular physiology to adapt clinical management},
author = {Jean-Charles Nault and Valérie Paradis and Maxime Ronot and Jessica Zucman-Rossi},
url = {https://www.scopus.com/inward/record.uri?eid=2-s2.0-85134344871&doi=10.1038%2fs41575-022-00643-5&partnerID=40&md5=78deb8b9fa10ec5964c11e36e77eedb5},
doi = {10.1038/s41575-022-00643-5},
issn = {17595045},
year = {2022},
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journal = {Nature Reviews Gastroenterology and Hepatology},
publisher = {Nature Research},
abstract = {Improvements in understanding the pathophysiology of the different benign liver nodules have refined their nosological classification. New criteria have been identified using imaging, histology and molecular analyses for a precise diagnosis of these tumours. Improvement in the classification of liver tumours provides a more accurate prediction of disease progression and has modified patient management. Haemangioma and focal nodular hyperplasia, the most common benign liver tumours that develop in the absence of chronic liver disease, are usually easy to diagnose on imaging and do not require specific treatment. However, hepatocellular adenomas and cirrhotic macronodules can be difficult to discriminate from hepatocellular carcinoma. The molecular subtyping of hepatocellular adenomas in five major subgroups defined by HNF1A inactivation, β-catenin mutation in exon 3 or exon 7/8, and activation of inflammatory or Hedgehog pathways helps to identify the tumours at risk of malignant transformation or bleeding. New clinical, biological and molecular tools have gradually been included in diagnostic and treatment algorithms to classify benign liver tumours and improve patient management. This Review aims to explain the main pathogenic mechanisms of benign liver tumours and how this knowledge could influence clinical practice. © 2022, Springer Nature Limited.},
note = {Cited by: 0},
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tppubtype = {article}
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2018
Aerts R M M; Laarschot L F M; Banales J M; Drenth J P H
Clinical management of polycystic liver disease Journal Article
In: Journal of Hepatology, vol. 68, no 4, pp. 827 – 837, 2018, ISSN: 01688278, (Cited by: 71; All Open Access, Bronze Open Access).
@article{vanAerts2018827,
title = {Clinical management of polycystic liver disease},
author = {René M. M. Aerts and Liyanne F. M. Laarschot and Jesus M. Banales and Joost P. H. Drenth},
url = {https://www.scopus.com/inward/record.uri?eid=2-s2.0-85040116461&doi=10.1016%2fj.jhep.2017.11.024&partnerID=40&md5=c6897fb226def1f57cffbd7fb786b614},
doi = {10.1016/j.jhep.2017.11.024},
issn = {01688278},
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date = {2018-01-01},
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journal = {Journal of Hepatology},
volume = {68},
number = {4},
pages = {827 – 837},
publisher = {Elsevier B.V.},
abstract = {A 41-year old female underwent a computed tomography (CT) scan in 2010 because of symptoms suggestive of appendicitis. Incidentally, multiple liver lesions characterised as cysts were detected. The presence of small to medium sized liver cysts (diameter between <1 cm and 4 cm) in all liver segments (>100 cysts) and absence of kidney cysts in the context of normal renal function led to the clinical diagnosis of autosomal dominant polycystic liver disease (ADPLD). Five years later she was referred to the outpatient clinic with increased abdominal girth, pain in the right upper abdomen and right flank, and early satiety. She had difficulties bending over and could neither cut her toenails nor tie her shoe laces. In her early twenties she had used oral contraception for five years. She has been pregnant twice. Clinical examination showed an enlarged liver reaching into the right pelvic region and crossing the midline of the abdomen. Laboratory testing demonstrated increased gamma-glutamyl transferase (80 IU/L, normal <40 IU/L) and alkaline phosphatase (148 IU/L, normal <100 IU/L) levels. Bilirubin, albumin and coagulation times were within the normal range. A new CT scan in 2015 was compatible with an increased number and size of liver cysts. The diameter of cysts varied between <1 cm and 6 cm (anatomic distribution shown [Fig. 2B]). There were no signs of hepatic venous outflow obstruction, portal hypertension or compression on the biliary tract. Height-adjusted total liver volume (htTLV) increased from 2,667 ml/m in 2012 to 4,047 ml/m in 2015 (height 172 cm). The case we present here is not uncommon, and prompts several relevant questions: I. What causes the development of liver cysts?II. Is genetic testing and genetic counselling recommended?III. What is the natural course of polycystic liver disease and what can patients do to stop growth of liver cysts?IV. Which complications may occur during the course of polycystic liver disease?V. What treatment options are currently available?VI. What other potential new and effective therapies will be available in the near future? © 2017 European Association for the Study of the Liver},
note = {Cited by: 71; All Open Access, Bronze Open Access},
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2016
Colombo M; Forner A; Ijzermans J; Paradis V; Reeves H; Vilgrain V; Zucman-Rossi J
EASL Clinical Practice Guidelines on the management of benign liver tumours Journal Article
In: Journal of Hepatology, vol. 65, no 2, pp. 386 – 398, 2016, ISSN: 01688278, (Cited by: 239; All Open Access, Bronze Open Access).
@article{Colombo2016386,
title = {EASL Clinical Practice Guidelines on the management of benign liver tumours},
author = {M. Colombo and A. Forner and J. Ijzermans and V. Paradis and H. Reeves and V. Vilgrain and J. Zucman-Rossi},
url = {https://www.scopus.com/inward/record.uri?eid=2-s2.0-84964337016&doi=10.1016%2fj.jhep.2016.04.001&partnerID=40&md5=a5beb08a5c366c4886a56a91c55754b8},
doi = {10.1016/j.jhep.2016.04.001},
issn = {01688278},
year = {2016},
date = {2016-01-01},
urldate = {2016-01-01},
journal = {Journal of Hepatology},
volume = {65},
number = {2},
pages = {386 – 398},
publisher = {Elsevier B.V.},
note = {Cited by: 239; All Open Access, Bronze Open Access},
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tppubtype = {article}
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