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Adenoma epatico
Adenoma epatocellulare
Adenoma del Fegato
Cosa è l'adenoma?
L’adenoma del fegato (che può anche essere chiamato adenoma epatocellulare) è un tumore benigno del fegato.
Come l’iperplasia nodulare focale, è una forma abbastanza rara. Questa sua bassa frequenza è alla base dei problemi che sono frequenti anche per l’adenoma e che si riassumono:
- nel fare una diagnosi corretta e
- nella successiva definizione di una terapia, se necessaria.
L’adenoma del fegato presenta però dei problemi clinici particolari e diversi dagli altri tumori benigni. Per questo motivo deve essere identificato e diagnosticato in maniera precisa.
Questo tumore, infatti, non è del tutto benigno o per lo meno potrebbe non rimanere benigno per tutto il corso della vita del paziente.
Sono lesioni generalmente uniche, ma nel 10 – 20% dei casi si possono ritrovare anche 2 o 3 noduli. Quando gli adenomi sono più di 10 si parla di adenomatosi epatica o di adenomatosi multipla epatica.
Perchè si forma?
Non vi è una giustificazione definitiva e sicura che spieghi perché nel fegato di alcuni pazienti si formi un adenoma.
La formazione dell’adenoma viene comunemente collegata all’assunzione dei contraccettivi orali (la pillola anticoncezionale).
Infatti la sua frequenza era considerata eccezionale fino agli anni ’70, mentre è poi aumentata in maniera decisa successivamente, proprio con il diffondersi della “pillola”. Insorge poi più spesso nelle donne (con un rapporto con gli uomini sino a 9 a 1). Nella maggior parte dei casi viene rilevato fra i 15 ed i 45 anni.
L’assunzione della “pillola” sembra aumentare il rischio di insorgenza di un adenoma epatico a partire già dal 1° anno. L’assunzione per un periodo superiore ai 5 anni moltiplica il rischio di più di 20 volte. Il 90% degli adenomi si osserva in pazienti donne che hanno preso la “pillola” per più di 5 anni.
Negli uomini invece lo sviluppo di adenomi sembra essere legato allo sviluppo della sindrome metabolica (referenza bibliografica).
Altri fattori che possono aumentare il rischio di sviluppo di un adenoma nel fegato sono l’assunzione prolungata di steroidi anabolizzanti o androgenici, alcune malattie metaboliche, in particolare la glicogenosi di tipo I, ma anche la galattosemia ed il diabete.
Che disturbi può dare ? I sintomi
L’adenoma può non causare alcun sintomo, proprio come l’iperplasia nodulare focale: questo ne spiega la difficoltà nella scoperta e nella diagnosi.
Spesso la sua presenza viene rilevata quando il paziente esegue un’ecografia epatica per un qualunque motivo medico e durante lo studio viene ritrovata, in maniera del tutto casuale, la lesione.
Alcuni pazienti possono invece presentare dei sintomi, che dipendono da quanto è grande l’adenoma e da dove è localizzato nel fegato. Nessuno dei sintomi è però esclusivo dell’adenoma ed è pertanto impossibile fare una diagnosi corretta basandosi soltanto sui problemi riferiti dal paziente.
I sintomi possono essere il dolore (dalle caratteristiche assolutamente non tipiche e causate dalla pressione causata sulla superficie del fegato o sugli organi circostanti), la sensazione di peso all’addome e disturbi alla digestione.
In alcuni casi l’adenoma si può rompere. Questa è una delle sue caratteristiche più pericolose. I sintomi della rottura possono andare dal dolore al fianco destro di varia intensità a un vero e proprio quadro di addome acuto da emoperitoneo (la rottura dei vasi sanguigni che sono all’interno dell’adenoma provoca la fuoriuscita del sangue nell’addome, con irritazione dei visceri). Questo quadro può essere una vera e propria emergenza sanitaria, che può portare il paziente ad una situazione di pericolo per la vita.
Come viene riconosciuto? La diagnosi
Gli adenomi sono generalmente noduli di forma sferica, fragili, di tessuto più chiaro rispetto al fegato normale, dal quale è ben delimitato. Nel 30% dei casi è presente una vera e propria capsula. L’adenoma è costituito da una proliferazione di epatociti (le cellule che costituiscono il fegato) normali.
La diagnosi di adenoma non è né facile né semplice da formulare.
La gran parte dei pazienti è di sesso femminile.
Quando è grande l’adenoma può essere rilevato dall’esame del medico, che mentre palpa il fegato avverte la presenza di una massa di consistenza più dura. Se invece è piccolo non è possibile rilevarne la presenza durante la visita.
All’ecografia l’adenoma viene rilevato come una massa all’interno del fegato dagli aspetti simili al tessuto sano circostante. Alla periferia del nodulo può essere rilevata la presenza di una capsula ipoecogena. Il nodulo può essere uno solo o anche più di uno localizzati in zone diverse all’interno del fegato. Non sempre la diagnosi di adenoma viene fatta alla prima ecografia.
Alla TAC l’adenoma può apparire come una lesione meno densa rispetto al fegato normale. In un 15 – 30% dei casi sono apprezzabili aree interne al nodulo più dense, corrispondenti a zone di emorragia. Quando si inietta il mezzo di contrasto si nota un’ipervascolarizzazione precoce, eterogenea e fugace, che si trasforma di nuovo in iso- o ipodensità durante la fase portale dell’esame.
Alla risonanza magnetica nucleare (RMN) in 80 casi su 100 è possibile verificare la presenza di uno dei segni (capsula periferica, segnale eterogeneo, iperintenso in T1) che consentono di differenziare la lesione dall’angioma e dall’iperplasia nodulare focale.
L’angiografia ha oggi un significato ridotto, ma è assai utile nei casi di adenomi che si siano rotti.
Quale è la storia dell'adenoma epatico? La prognosi
L’adenoma epatico è un tumore benigno del fegato.
Tuttavia possiede alcune caratteristiche che ne rendono indispensabile l’identificazione:
- l’adenoma può rompersi. Come descritto poco sopra, la rottura può provocare sintomi che possono andare dal dolore allo shock secondario all’emoperitoneo (versamento di sangue libero nella cavità addominale che proviene dai vasi dell’adenoma rotto). L’emoperitoneo rappresenta una vera e propria emergenza medica che richiede un trattamento immediato;
- l’adenoma può degenerare in un tumore maligno del fegato. La degenerazione di un adenoma in un epatocarcinoma non è un fatto sporadico. Non vi sono esami che possano distinguere in maniera assoluta e certa le due situazioni, che hanno evidentemente un significato di malattia diverso. Anche la biopsia epatica può non distinguere un adenoma epatico da un tumore maligno del fegato molto ben differenziato. Inoltre, bisogna ricordare che la biopsia epatica è un esame “invasivo” (l’ago viene inserito nel fegato attraverso la pelle) e, se pur in percentuali molto piccole, la sua esecuzione non è priva di complicanze. La naturale tendenza alla rottura dell’adenoma impone l’assunzione di tutte le precauzioni nell’esecuzione di questo accertamento nei casi sospetti di adenoma;
- l’adenoma può aumentare di volume.
Come si classificano gli adenomi?
Gli adenomi epatici vengono classificati in base alle loro caratteristiche molecolari.
La divisione in sottogruppi degli adenomi consente di inquadrarli in maniera ottimale dal punto di vista clinico.
La classificazione degli adenomi e la loro descrizione si trova cliccando su questo link, che ti porterà alla pagina dedicata su questo sito.
Come si cura? Il trattamento.
Nelle donne, la sospensione della “pillola” può portare in qualche caso alla regressione dell’adenoma. Tuttavia ciò può avvenire in un lasso di tempo assai lungo e non rappresenta in alcun modo il trattamento da seguire. In alcune pazienti non vi sono precedenti di assunzione della “pillola” e altri pazienti sono uomini.
L’adenoma epatico ha una chiara indicazione alla rimozione per quelli di dimensione superiore ai 5 centimetri di diametro. I motivi sono quelli già citati:
- la possibilità di degenerare in un tumore maligno;
- la possibilità di rompersi;
- la possibilità di aumentare di volume.
L’indicazione alla rimozione chirurgica degli adenomi è sostanzialmente assoluta più forte negli uomini, a causa dell’aumentato rischio di trasformazione in un tumore maligno (referenza bibliografica).
Inoltre gli adenomi possono essere sintomatici al momento della loro scoperta.
Gli adenomi di diametro inferiore ai 5 centimetri possono invece essere seguiti nel tempo, a patto che il paziente accetti di farsi seguire in maniera costante per questo problema.
Il trattamento di scelta per un paziente portatore di un adenoma epatico è l’esecuzione di una resezione epatica che rimuova completamente la lesione. L’intervento, a seconda dei casi e basandosi sulle caratteristiche del singolo paziente, può essere eseguito per via laparotomica (a pancia aperta) o per via laparoscopica.
L’intervento generalmente non provoca un’ampia decurtazione di tessuto epatico sano, in particolare quando gli adenomi sono di piccole – medie dimensioni.
Non è richiesto di proseguire l’intervento asportando anche un particolare spessore di parenchima non ammalato intorno al nodulo.
Con la resezione chirurgica vi è la possibilità di asportare con sicurezza tutto l’adenoma ed ottenere l’esame istologico di tutte le parti del nodulo.
Nei casi di rottura dell’adenoma con anemia e/o emoperitoneo può risultare utile, prima dell’intervento, l’esecuzione di un’angiografia per confermare l’emorragia in atto. Durante questa manovra può risultare possibile embolizzare (chiudere con materiale inerte) le arterie che giungono alla lesione, nel tentativo di ridurre o anche di fermare completamente l’emorragia.
Per rimuovere gli adenomi sono stati proposti anche i metodi di ablazione percutanea (cioè quelli che si propongono di distruggere i noduli epatici mediante aghi che vengono inseriti nel fegato attraverso la pelle in anestesia locale, sotto il controllo radiologico dell’ecografia o della TAC: si chiamano alcolizzazione e radiofrequenza).
Tuttavia la drastica riduzione dei problemi legati alla chirurgia del fegato nei pazienti che non hanno malattie epatiche croniche, la sicurezza di asportare completamente la lesione e la possibilità di eseguire un esame istologico completo ed accurato indicano ancora oggi che la chirurgia resta la terapia di scelta per questa malattia.
In alcuni casi di adenomatosi multipla, quando non sia possibile procedere all’asportazione chirurgica di tutti gli adenomi, può essere indicata l’esecuzione di un trapianto di fegato.
- Ultimo aggiornamento della pagina: 10/06/2023
Linee Guida per la Diagnosi ed il Trattamento dei Tumori Benigni del Fegato
2022
Pompili M; Ardito F; Brunetti E; Cabibbo G; Calliada F; Cillo U; de Sio I; Golfieri R; Grova M; Gruttadauria S; Guido M; Iavarone M; Manciulli T; Pagano D; Pettinari I; Santopaolo F; Soresi M; Colli A
In: Dig Liver Dis, 2022, ISSN: 1878-3562.
@article{pmid36089525,
title = {Benign liver lesions 2022: Guideline for clinical practice of Associazione Italiana Studio del Fegato (AISF), Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica (SIRM), Società Italiana di Chirurgia (SIC), Società Italiana di Ultrasonologia in Medicina e Biologia (SIUMB), Associazione Italiana di Chirurgia Epatobilio-Pancreatica (AICEP), Società Italiana Trapianti d'Organo (SITO), Società Italiana di Anatomia Patologica e Citologia Diagnostica (SIAPEC-IAP) - Part I - Cystic lesions},
author = {Maurizio Pompili and Francesco Ardito and Enrico Brunetti and Giuseppe Cabibbo and Fabrizio Calliada and Umberto Cillo and Ilario de Sio and Rita Golfieri and Mauro Grova and Salvatore Gruttadauria and Maria Guido and Massimo Iavarone and Tommaso Manciulli and Duilio Pagano and Irene Pettinari and Francesco Santopaolo and Maurizio Soresi and Agostino Colli},
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year = {2022},
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journal = {Dig Liver Dis},
abstract = {Benign liver lesions are increasingly diagnosed in daily clinical practice due to the growing use of imaging techniques for the study of the abdomen in patients who have non-specific symptoms and do not have an increased risk of hepatic malignancy. They include simple or parasitic cysts and solid benign tumors which differ widely in terms of prevalence, clinical relevance, symptoms and natural history and often lead to significant clinical problems relating to diagnosis and clinical management. Following the need to have updated guidelines on the management of benign focal liver lesions, the Scientific Societies mainly involved in their management have promoted the drafting of a new dedicated document. This document was drawn up according to the present Italian rules and methodologies necessary to produce clinical, diagnostic, and therapeutic guidelines based on evidence. Here we present the first part of the guideline, concerning the characterization of focal hepatic lesions detected by ultrasound, and the diagnosis and clinical management of simple and parasitic hepatic cysts, and of polycystic liver disease.},
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Pompili M; Ardito F; Brunetti E; Cabibbo G; Calliada F; Cillo U; de Sio I; Golfieri R; Grova M; Gruttadauria S; Guido M; Iavarone M; Manciulli T; Pagano D; Pettinari I; Santopaolo F; Soresi M; Colli A
In: Dig Liver Dis, 2022, ISSN: 1878-3562.
@article{pmid36089523,
title = {Benign liver lesions 2022: Guideline for clinical practice of Associazione Italiana Studio del Fegato (AISF), Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica (SIRM), Società Italiana di Chirurgia (SIC), Società Italiana di Ultrasonologia in Medicina e Biologia (SIUMB), Associazione Italiana di Chirurgia Epatobilio-Pancreatica (AICEP), Società Italiana Trapianti d'Organo (SITO), Società Italiana di Anatomia Patologica e Citologia Diagnostica (SIAPEC-IAP) - Part II - Solid lesions},
author = {Maurizio Pompili and Francesco Ardito and Enrico Brunetti and Giuseppe Cabibbo and Fabrizio Calliada and Umberto Cillo and Ilario de Sio and Rita Golfieri and Mauro Grova and Salvatore Gruttadauria and Maria Guido and Massimo Iavarone and Tommaso Manciulli and Duilio Pagano and Irene Pettinari and Francesco Santopaolo and Maurizio Soresi and Agostino Colli},
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abstract = {Benign liver lesions are increasingly diagnosed in daily clinical practice due to the growing use of imaging techniques for the study of the abdomen in patients who have non-specific symptoms and do not have an increased risk of hepatic malignancy. They include simple or parasitic hepatic cysts and solid benign tumors which differ widely in terms of prevalence, clinical relevance, symptoms and natural history and often lead to significant clinical problems relating to diagnosis and clinical management. Following the need to have updated guidelines on the management of benign focal liver lesions, the Scientific Societies mainly involved in their management have promoted the drafting of a new dedicated document. This document was drawn up according to the present Italian rules and methodologies necessary to produce clinical, diagnostic, and therapeutic guidelines based on evidence. Here we present the second part of the guideline, concerning the diagnosis and clinical management of hemangioma, focal nodular hyperplasia, and hepatocellular adenoma.},
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Pompili M; Cabibbo G; de Sio I; Grova M; Iavarone M; Santopaolo F; Calliada F; Golfieri R; Pettinari I; Gruttadauria S; Pagano D; Soresi M; Ardito F; Cillo U; Guido M; Brunetti E; Manciulli T; Colli A
2022, (Open Access).
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title = {Lesioni benigne epatiche 2022: linea guida per la pratica clinica dell’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (AISF), della Società Italiana di Radiologia Medica (SIRM), della Società Italiana di Chirurgia (SIC), della Società Italiana di Ultrasonologia in Medicina e Biologia (SIUMB), dell’Associazione Italiana di Chirurgia Epatobilio-Pancreatica (AICEP), della Società Italiana Trapianti d’Organo (SITO), della Società Italiana di Anatomia patologica e di Citologia Diagnostica (SIAPECIAP)},
author = {Maurizio Pompili and Giuseppe Cabibbo and Ilario de Sio and Mauro Grova and Massimo Iavarone and Francesco Santopaolo and Fabrizio Calliada and Rita Golfieri and Irene Pettinari and Salvatore Gruttadauria and Duilio Pagano and Maurizio Soresi and Francesco Ardito and Umberto Cillo and Maria Guido and Enrico Brunetti and Tommaso Manciulli and Agostino Colli},
editor = {SISTEMA NAZIONALE LINEE GUIDA DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ},
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Drenth J; Barten T; Hartog H; Nevens F; Taubert R; Balcells R T; Vilgrain V; Böttler T
EASL Clinical Practice Guidelines on the management of cystic liver diseases Journal Article
In: Journal of Hepatology, 2022, ISSN: 01688278, (Cited by: 0; All Open Access, Bronze Open Access).
@article{Drenth2022,
title = {EASL Clinical Practice Guidelines on the management of cystic liver diseases},
author = {Joost Drenth and Thijs Barten and Hermien Hartog and Frederik Nevens and Richard Taubert and Roser Torra Balcells and Valerie Vilgrain and Tobias Böttler},
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publisher = {Elsevier B.V.},
abstract = {The advent of enhanced radiological imaging techniques has facilitated the diagnosis of cystic liver lesions. Concomitantly, the evidence base supporting the management of these diseases has matured over the last decades. As a result, comprehensive clinical guidance on the subject matter is warranted. These Clinical Practice Guidelines cover the diagnosis and management of hepatic cysts, mucinous cystic neoplasms of the liver, biliary hamartomas, polycystic liver disease, Caroli disease, Caroli syndrome, biliary hamartomas and peribiliary cysts. On the basis of in-depth review of the relevant literature we provide recommendations to navigate clinical dilemmas followed by supporting text. The recommendations are graded according to the Oxford Centre for Evidence-Based Medicine system and categorised as ‘weak’ or ‘strong’. We aim to provide the best available evidence to aid the clinical decision-making process in the management of patients with cystic liver disease. © 2022 European Association for the Study of the Liver},
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Nault J; Paradis V; Ronot M; Zucman-Rossi J
Benign liver tumours: understanding molecular physiology to adapt clinical management Journal Article
In: Nature Reviews Gastroenterology and Hepatology, 2022, ISSN: 17595045, (Cited by: 0).
@article{Nault2022,
title = {Benign liver tumours: understanding molecular physiology to adapt clinical management},
author = {Jean-Charles Nault and Valérie Paradis and Maxime Ronot and Jessica Zucman-Rossi},
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publisher = {Nature Research},
abstract = {Improvements in understanding the pathophysiology of the different benign liver nodules have refined their nosological classification. New criteria have been identified using imaging, histology and molecular analyses for a precise diagnosis of these tumours. Improvement in the classification of liver tumours provides a more accurate prediction of disease progression and has modified patient management. Haemangioma and focal nodular hyperplasia, the most common benign liver tumours that develop in the absence of chronic liver disease, are usually easy to diagnose on imaging and do not require specific treatment. However, hepatocellular adenomas and cirrhotic macronodules can be difficult to discriminate from hepatocellular carcinoma. The molecular subtyping of hepatocellular adenomas in five major subgroups defined by HNF1A inactivation, β-catenin mutation in exon 3 or exon 7/8, and activation of inflammatory or Hedgehog pathways helps to identify the tumours at risk of malignant transformation or bleeding. New clinical, biological and molecular tools have gradually been included in diagnostic and treatment algorithms to classify benign liver tumours and improve patient management. This Review aims to explain the main pathogenic mechanisms of benign liver tumours and how this knowledge could influence clinical practice. © 2022, Springer Nature Limited.},
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2018
Aerts R M M; Laarschot L F M; Banales J M; Drenth J P H
Clinical management of polycystic liver disease Journal Article
In: Journal of Hepatology, vol. 68, no 4, pp. 827 – 837, 2018, ISSN: 01688278, (Cited by: 71; All Open Access, Bronze Open Access).
@article{vanAerts2018827,
title = {Clinical management of polycystic liver disease},
author = {René M. M. Aerts and Liyanne F. M. Laarschot and Jesus M. Banales and Joost P. H. Drenth},
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issn = {01688278},
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date = {2018-01-01},
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journal = {Journal of Hepatology},
volume = {68},
number = {4},
pages = {827 – 837},
publisher = {Elsevier B.V.},
abstract = {A 41-year old female underwent a computed tomography (CT) scan in 2010 because of symptoms suggestive of appendicitis. Incidentally, multiple liver lesions characterised as cysts were detected. The presence of small to medium sized liver cysts (diameter between <1 cm and 4 cm) in all liver segments (>100 cysts) and absence of kidney cysts in the context of normal renal function led to the clinical diagnosis of autosomal dominant polycystic liver disease (ADPLD). Five years later she was referred to the outpatient clinic with increased abdominal girth, pain in the right upper abdomen and right flank, and early satiety. She had difficulties bending over and could neither cut her toenails nor tie her shoe laces. In her early twenties she had used oral contraception for five years. She has been pregnant twice. Clinical examination showed an enlarged liver reaching into the right pelvic region and crossing the midline of the abdomen. Laboratory testing demonstrated increased gamma-glutamyl transferase (80 IU/L, normal <40 IU/L) and alkaline phosphatase (148 IU/L, normal <100 IU/L) levels. Bilirubin, albumin and coagulation times were within the normal range. A new CT scan in 2015 was compatible with an increased number and size of liver cysts. The diameter of cysts varied between <1 cm and 6 cm (anatomic distribution shown [Fig. 2B]). There were no signs of hepatic venous outflow obstruction, portal hypertension or compression on the biliary tract. Height-adjusted total liver volume (htTLV) increased from 2,667 ml/m in 2012 to 4,047 ml/m in 2015 (height 172 cm). The case we present here is not uncommon, and prompts several relevant questions: I. What causes the development of liver cysts?II. Is genetic testing and genetic counselling recommended?III. What is the natural course of polycystic liver disease and what can patients do to stop growth of liver cysts?IV. Which complications may occur during the course of polycystic liver disease?V. What treatment options are currently available?VI. What other potential new and effective therapies will be available in the near future? © 2017 European Association for the Study of the Liver},
note = {Cited by: 71; All Open Access, Bronze Open Access},
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2016
Colombo M; Forner A; Ijzermans J; Paradis V; Reeves H; Vilgrain V; Zucman-Rossi J
EASL Clinical Practice Guidelines on the management of benign liver tumours Journal Article
In: Journal of Hepatology, vol. 65, no 2, pp. 386 – 398, 2016, ISSN: 01688278, (Cited by: 239; All Open Access, Bronze Open Access).
@article{Colombo2016386,
title = {EASL Clinical Practice Guidelines on the management of benign liver tumours},
author = {M. Colombo and A. Forner and J. Ijzermans and V. Paradis and H. Reeves and V. Vilgrain and J. Zucman-Rossi},
url = {https://www.scopus.com/inward/record.uri?eid=2-s2.0-84964337016&doi=10.1016%2fj.jhep.2016.04.001&partnerID=40&md5=a5beb08a5c366c4886a56a91c55754b8},
doi = {10.1016/j.jhep.2016.04.001},
issn = {01688278},
year = {2016},
date = {2016-01-01},
urldate = {2016-01-01},
journal = {Journal of Hepatology},
volume = {65},
number = {2},
pages = {386 – 398},
publisher = {Elsevier B.V.},
note = {Cited by: 239; All Open Access, Bronze Open Access},
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